Uno dei borghi più pittoreschi della Sicilia è quello di Erice, contraddistinto da scenari da fiaba e da un aspetto medioevale incredibilmente suggestivo. Questo luogo, che sorge a circa 750 metri sul livello del mare, permette ai turisti di immergersi in un’atmosfera completamente diversa rispetto a quella delle grandi città: si respira un’aria d’altri tempi, grazie alle torri, agli imponenti castelli, alle maestose mura di cinta. I visitatori possono godere di uno splendido panorama dalla cima del Monte San Giuliano.
Erice è una terra ricca di tradizioni, che vivono ancora oggi e che rendono questo punto dell’isola davvero unico. I monumenti, le strade e gli edifici formano un quadro d’insieme romantico e affascinante, incorniciato da un mare turchese che si estende fino all’orizzonte.
Vista Mare da Erice
Un po’ di storia
Una piccola parentesi sulle vicende passate del borgo: la fondazione avvenne in epoche remote, e secondo gli studiosi andrebbe attribuita agli Elimi. Si tratta di una comunità di esuli troiani, che lasciarono le proprie case per dar vita a un nuovo centro. I Greci vi allestirono successivamente un tempio di Afrodite, che fu difeso durante la Prima Guerra Punica e non andò distrutto come accadde, invece, a buona parte del paese. Il nome di Erice fu cambiato nel 1167 in Monte San Giuliano per decisione dei Normanni, e solo nel 1934 si tornò alla denominazione originaria.
Le chiese di Erice
Tra le maggiori zone di interesse disseminate nella città vi sono le chiese, a partire da quella Matrice nota anche come Duomo dell’Assunta. Il valore architettonico e culturale di questa costruzione è notevole: davanti all’entrata principale si estende un pronao, al cui interno gli appassionati possono ammirare uno stupendo portale in stile gotico e un rosone realizzato da poco ma ispirato a quelli antichi. Nella chiesa sono collocate opere di grande importanza, tra cui un bassorilievo di Giuliano Mancino raffigurante la Madonna e diverse scene della Passione, una statua della Vergine col Bambino di Domenico Gagini e un crocefisso del 1400.
Tale struttura, come si può capire da questa breve panoramica, è un autentico paradiso per gli amanti dell’arte. Dalle tre navate si può accedere a una cupola con nicchie ad angolo e ad alcune cappelle finemente decorate. Poco distante si trova un altro celebre luogo di culto, ovvero la chiesa di S. Alberto dei Bianchi, dove i turisti possono osservare da vicino la scultura del 1640 dedicata al santo.
Numerosi visitatori sono attratti dalla chiesa di S. Giuliano, che risale con ogni probabilità all’XI secolo e conserva una marcata impronta medioevale nonostante i restauri. L’ambiente è impreziosito dai gruppi statuari dei “Misteri”, rappresentazioni di illustri episodi biblici come la preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani e il cammino di Cristo verso il calvario. Vi sono anche manufatti in marmo e in legno, rispettivamente una fonte battesimale e un’incisione di San Giuseppe col Bambino.
Dobbiamo menzionare, in questa rassegna, almeno altri due edifici: il monastero di S. Carlo e la chiesa di S. Martino. Il primo è piuttosto semplice a vedersi, ma dotato di eccezionale fascino; la seconda è stata voluta dal Conte Ruggero d’Altavilla e arricchita con un campanile del XVIII secolo.
Chiesa di San Giuliano – Erice
I musei del borgo
Oltre alle costruzioni religiose, a Erice spiccano tre musei che i turisti dovrebbero necessariamente inserire tra le proprie destinazioni. Stiamo parlando di quello civico Antonio Cordici, di quello agro-forestale S. Matteo e di quello malacologico. Quest’ultimo è stato innalzato a circa 1 km dal borgo, e ospita collezioni di conchiglie, fossili e crostacei preistorici.
Il museo civico A. Cordici è una tappa fondamentale per chi è appassionato d’arte. Non vi sono soltanto sculture come la testa di Afrodite e il gruppo in marmo de L’Annunciazione, ma anche oggetti databili tra il periodo cartaginese e quello romano. Monete, frammenti di vetro, strumenti in bronzo e molti altri utensili consentono di effettuare un vero, entusiasmante tuffo nel passato. Per non parlare dei tomi custoditi nella biblioteca annessa: più di 20.000 volumi e 300 manoscritti, tesori inestimabili per gli studiosi.
Un altro fiore all’occhiello della struttura è la pintadera, un attrezzo che veniva adoperato tempo fa per ricavare stampi su tessuti. Fare un’escursione a Erice significa tornare a casa con un bagaglio di conoscenze decisamente più ricco.
Il museo agro-forestale S. Matteo è invece incentrato sul mondo della natura. Esso accoglie sia esemplari della flora e della fauna del borgo, sia macchinari antichi usati per l’agricoltura e la lavorazione dell’olio. La tradizione è particolarmente viva in questo luogo, permeato da un’aria quasi campestre che rispecchia appieno quella del territorio.
Gastronomia e folclore
Il valore di questo meraviglioso paesino non si limita all’aspetto artistico, architettonico e culturale. Erice si caratterizza per un notevole patrimonio culinario: ovunque si trovano bar, pub e ristoranti che mettono a disposizione specialità deliziose e genuine. I dolci locali sono buonissimi, preparati con ingredienti naturali e selezionati con cura. Pensiamo, per esempio, alle genovesi, piccoli fagotti di pasta frolla di forma rotonda, o ai mustazzoli, biscotti di farina di semola aromatizzati alla cannella e alle mandorle.
Molto famoso è il vino di Erice, ricavato da uve autoctone e rinomato per la sua ottima qualità. In Sicilia vengono organizzate le cosiddette “Strade del Vino”, percorsi di degustazione alla scoperta dei prodotti dell’isola: uno di questi itinerari passa proprio per il borgo. Un calice di questa raffinata bevanda è perfetto per accompagnare i piatti tipici, come la caponata di melanzane, la zucca in agrodolce, le polpette di ricotta e i bucatini con i broccoli.
Ogni periodo dell’anno è consigliato per vedere Erice. In estate si può passeggiare al sole e fare il bagno in un mare mozzafiato poco lontano, ma d’inverno l’atmosfera del paese diventa davvero magica. Il viaggio potrebbe coincidere con una delle feste tradizionali della zona, come quella della Madonna di Custonaci che si tiene l’ultimo mercoledì di agosto, oppure quella del Venerdì Santo. Quest’ultima prevede la suggestiva processione dei gruppi statuari dei “Misteri” di cui abbiamo parlato prima. In generale, le celebrazioni del borgo hanno spesso un’origine sacrale e assumono un profondo significato religioso.