Alicudi: un salto indietro nel tempo tra natura selvaggia e relax

Alicudi

Quando si sceglie di visitare una piccola isola lo si fa spesso per cercare il massimo del relax. Abbandonare il tran tran quotidiano per immergersi nella tranquillità più assoluta: è questo tutto ciò che si può trovare ad Alicudi, considerata la terra più selvaggia delle isole Eolie. Di sicuro Alicudi è quella situata più ad ovest dell’intero arcipelago, nonché la seconda più piccola (dopo Panarea) per estensione territoriale con poco più di 5 chilometri quadrati di superficie. Il nome di quest’isola deriva dal greco Ericusa, che indica l’ingente vegetazione di felci che sin dall’antichità si può trovare da queste parti. Al pari di Filicudi, Alicudi è l’isola geologicamente più vecchia delle Eolie, aspetto che la rende particolarmente appetibile per gli amanti di reperti archeologici e di trekking. Il Timpone della Montagnola (662 metri) infatti è il pendio più alto che domina l’isola, e attorno al quale si sviluppano tutte le attività legate al passeggio all’aria aperta. Giungere fin sopra alla cima permette non solo di godere di un panorama notevole, ma anche di poter ammirare l’ottocentesca chiesa di S. Bartolomeo che costituisce il monumento più significatico di Alicudi.

Le diverse zone di Alicudi

Accennavamo alla natura selvaggia di Alicudi. Ebbene, qui il tempo sembra essersi davvero fermato: non c’è traccia dell’estrema commercializzazione turistica che ormai permea tutte le località per le vacanze. Questo favorisce un tipo di turismo più “selezionato”, a vantaggio di chi preferisce la pace e il riposo rispetto all’eccessivo affollamento. Basta pensare che ad Alicudi esiste un solo negozio di genere ad alimentari ed un solo ristorante, situato all’interno dell’unico hotel presente. Mancano invece sia le banche che i bancomat, elemento che dà piena contezza rispetto alla dimensione selvaggia dell’isola.


Grazie a Michele D’Argenzo per avere condiviso questo video

La zona del porto, con le spiagge di ciottoli e l’approdo di qualche barca, rappresenta il vero centro nevralgico dell’isola. E’ qui che ci si può rilassare godendo del sole e dell’acqua sempre limpida del mare, avendo alle spalle l’imponenza della vetta della Montagnola e di fronte il panorama che sconfina a perdita d’occhio sulle Eolie. Qui potete godervi qualche momento di vera introspezione ammirando l’orizzonte, perché di posti così incontaminati non se ne trovano molti in Italia. Da questa zona inizia l’”ispezione” di Alicudi: la prima cosa che balza all’occhio sono le case arroccate in alto, salendo verso i pendii più scoscesi. Le si può raggiungere solo attraverso dei sentieri sterrati, visto che qui di fatto non esistono strade. A circa 450 metri c’è una particolarità molto curiosa: si tratta di una contrada, chiamata Pianicello, abitata da una comunità madrelingua tedesca che vive in maniera praticamente stanziale sull’isola durante tutto l’anno.

Altri agglomerati di case, seppur rurali, sono Sgurbio (che non conta nemmeno dieci abitazioni e si raggiunge solo attraverso un impervio sentiero) e Tonna.

Alicudi in barca e la spiaggia di Bazzina

Per godersi appieno la bellezza di Alicudi il consiglio è quello di attraversarla in barca. In questo modo si può approfittare di tuti gli scorci più suggestivi, assaporare la sensazione di libertà nell’ammirare tutti i dettagli più suggestivi con il sole in faccia e la brezza che accarezza i capelli. L’approdo migliore è quello della contrada di Bazzina, un piccolo riparo di sassi contraddistinto da un bellissimo panorama e da un acqua  cristallina. Si tratta della spiaggia più bella dell’isola, in grado di offrire un’esperienza autentica per tutti gli avventori. Anche la posizione di Bazzina risulta strategica, visto che da qui la scalata verso la cima del Timpone della Montagnola è favorita da una scalinata e da un sentiero faticoso ma molto affascinante.